Quanto tempo deve passare tra il decesso e l’apertura della successione?
Molto spesso la morte di una persona cara significa, oltre a tensioni e turbamenti emotivi, dover interfacciarsi con una complessa macchina burocratica. Gli adempimenti da espletare possono essere decisamente numerosi e, dato da non sottovalutare, molto costosi. Ciò rende i tempi di apertura della successione abbastanza lunghi e dispendiosi.
Vi è poi da considerare che possono insorgere diversi problemi in seguito all’apertura della successione (si pensi, giusto per fare un esempio, a liti tra gli eredi, più o meno gravi, oppure alle difficoltà nel ricostruire l’asse ereditario). Tutto ciò può rendere la procedura ancora più complessa, così determinando un sensibile aumento della durata complessiva.
In questo articolo vedremo qual è l’iter da seguire per portare a conclusione una procedura di successione ereditaria, cercando di offrire qualche consiglio per ridurre (per quanto possibile) i tempi di attesa. Anticipo comunque che stabilire a priori una data apertura successione non è possibile per le ragioni che andiamo a vedere.
Quanto tempo ci vuole per la successione?
E’ questa la domanda che ci viene rivolta più di frequente da chi si trova nelle condizioni di dover affrontare una procedura finalizzata alla trasmissione del patrimonio ereditario. E la risposta non può che essere “dipende”.
Da cosa dipendono i tempi della successione?
Dal fatto che ogni successione è diversa ed ha le proprie peculiarità.
Vi può essere il caso di chi ha disposto di tutti i propri averi con testamento pubblico in favore di pochi eredi, soddisfacendo tutti, e il caso di chi sia morto lasciando molti eredi, nessun testamento e un patrimonio ereditario vasto e difficile da ricostruire, lasciando tutti insoddisfatti.
E’ chiaro che i tempi della successione non potranno essere i medesimi per i due casi sopra descritti. A volte nel giro di qualche mese possono essere già fatte le eventuali volture catastali degli immobili, altre volte, dopo anni, non sono stati ripartiti neppure i beni mobili (magari quelli presenti all’interno dell’abitazione del de cuius).
Insomma, alla domanda “quali sono i tempi di attesa per la successione ereditaria” non è mai possibile dare una risposta certa. Tuttavia, vi sono sicuramente alcune buone pratiche che è possibile seguire per cercare di ridurre al minimo i tempi per la successione ereditaria.
Prima di passare ai consigli pratici, occorre però avere ben chiare le fasi della successione: apertura, vocazione (delazione), accettazione/rinuncia.
Cosa si intende per data di apertura della successione ereditaria?
Il primo passaggio del procedimento successorio consiste nell’apertura della successione. Per capire quando si apre la successione è sufficiente leggere l’art. 456 del codice civile (è brevissimo, ve lo assicuro) il quale stabilisce che la successione si apre al momento della morte della persona (cioè nell’esatto momento in cui cessano in maniera irreversibile le funzioni vitali).
L’apertura della successione indica che un patrimonio, a causa della morte di un soggetto, è rimasto privo di titolare, determinando la necessità che altri soggetti subentrino nei rapporti, attivi e passivi, che sopravvivono al de cuius.
Dal momento dell’apertura inizia a decorrere il termine di 12 mesi per presentare la dichiarazione di successione.
Molto spesso ci si rivolge a noi per chiedere come si apre la successione. Per sgomberare il campo da equivoci, è bene precisare che non tocca ai chiamati “aprire la successione”: l’apertura della successione si verifica per legge (automaticamente) al momento della morte della persona.
E’ molto frequente che, alla morte di una persona, i parenti più stretti pensino di dover procedere alla formale “apertura della successione legittima” (o testamentaria). Ci è capitato diverse volte di ricevere email aventi ad oggetto “informazioni apertura successione testamentaria” o, più genericamente “apertura successione ereditaria”.
Tale erronea convinzione è verosimilmente dovuta all’associare il procedimento di successione alle formalità notarili necessarie in relazione alla pubblicazione del testamento olografo.
Invero, la legge prevede che quando si rinviene un testamento olografo si è obbligati a presentarlo ad un notaio per la pubblicazione. La pubblicazione però non costituisce il momento di apertura della successione, tantomeno costituisce requisito di validità o di efficacia del testamento. Essa ha la funzione di consentire l’esecuzione del testamento nei confronti dei terzi, ma non incide assolutamente sull’apertura della successione.
Esempio: La signora Giada è morta il 12 ottobre 2020 ed ha lasciato testamento olografo. I suoi tre figli si sono recati dal notaio per pubblicare il testamento in data 20 dicembre 2020. Ebbene in questo caso la successione si è aperta il 12 ottobre 2020 e da questa data (che è la data di apertura di successione) decorrono i 12 mesi per presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate.

Cosa succede dopo l’apertura della successione?
Una volta aperta la successione, occorre capire a chi spettino il patrimonio ereditario o i singoli beni. Si apre quindi la fase della vocazione ereditaria, chesignifica indicazione di colui che è chiamato all’eredità.
Si può essere chiamati all’eredità per testamento (successione testamentaria) o per legge (successione legittima). Il chiamato all’eredità ha il diritto di accettare o rifiutare l’eredità.
Una cosa deve essere ben chiara: essere chiamato all’eredità (per legge o per testamento) non significa essere erede né titolare di beni o diritti sull’eredità.Per acquisire la qualità di erede occorre che il chiamato accetti l’eredità, ovvero manifesti la propria volontà a diventare erede.
Individuati chi sono i chiamati all’eredità (per l’individuazione dei quali occorre distinguere l’ipotesi in cui esista un testamento dall’ipotesi in cui manchi), questi possono accettare o rifiutare l’eredità.
Quando si chiude la successione?
La successione si chiude una volta accettata (o rinunciata) l’eredità.
Segue poi ripartizione dell’asse ereditario tra gli eredi secondo quanto stabilito dal testamento o, in mancanza, dalla legge.
Anche determinare la durata di questa fase è molto difficile.
Le situazioni che si possono presentare sono le più svariate: può insorgere un contenzioso tra eredi o un contenzioso con i creditori del de cuius; vi possono essere tanti beni (mobili ed immobili) da dividere tra gli eredi ma non si riesce a raggiungere un accordo per la divisione; può darsi che vi siano polizze e conti correnti del de cuius che, per qualche ragione, la banca non intenda sbloccare e molto altro ancora.
In definitiva, neppure quando si è provveduto ad accettare formalmente l’eredità si può essere certi dei tempi per la conclusione del procedimento.
Come comportarsi per ottimizzare i tempi della successione
Dopo avere illustrato in modo estremamente sintetico i caratteri essenziali del procedimento successorio (per approfondire leggi la nostra guida alla successione ereditaria), veniamo ora ai consigli pratici per ridurre, per quanto possibile, i tempi della successione.
Ricercare il testamento
Al momento della morte del de cuius è necessario prima di tutto verificare se vi sia un testamento olografo (ossia scritto da parte del defunto di sua mano) presente fra la sua documentazione personale. Tale attività può prendere diverso tempo, quindi è bene iniziare subito la ricerca.
Allo stesso tempo, se si sospetta che il de cuius possa aver depositato fiduciariamente il testamento olografo presso un notaio o un avvocato bisogna interpellare (qualora se ne conosca il nominativo) il notaio o l’avvocato depositario oppure, se non si conosce il nominativo, chiedere all’Ordine degli Avvocati o al Consiglio Notarile del circondario in cui si ritiene operi il professionista depositario. Normalmente l’Ordine provvede a pubblicare sulla propria bacheca la richiesta di ricerca testamento inoltratagli.
Anche in questo caso possono passare dei mesi prima che si scopra il nominativo del professionista depositario per cui è opportuno muoversi subito.
Quanto sopra vale anche per il caso in cui si tratti di dover reperire un testamento pubblico qualora il testatore non abbia lasciato indicazioni sul nome del notaio (ciò che si rende evidentemente consigliabile) in quanto, anche se la legge prevede l’obbligo per il notaio che ha ricevuto un testamento pubblico di comunicare l’esistenza del testamento agli eredi e legatari di cui conosce il domicilio o la residenza appena gli è nota la morte del testatore, ciò non sempre avviene in tempi rapidi in quanto il notaio potrebbe non venire subito a conoscenza della morte del testatore.
Un altro sistema di ricerca è quello di consultare il “Registro Generale dei Testamenti”, il quale consente di conoscere se una persona deceduta abbia fatto testamento, in Italia o in uno degli Stati aderenti alla Convenzione internazionale di Basilea istituita appunto per facilitare la ricerca dei testamenti.
Da ricordare comunque che, qualora troviate il testamento del vostro caro, per farlo valere dovete farlo pubblicare davanti a un notaio, in caso contrario infatti non potete far valere i vostri diritti nei confronti di terzi.
Una volta accertata l’esistenza o meno di un testamento, occorre procedere alla ricostruzione dell’asse ereditario
La ricostruzione dell’asse ereditario
Se ci si trova fra i chiamati all’eredità, per successione legittima o per testamento, ci si troverà nella condizione, al fine di stabile la propria quota, di dover ricostruire il patrimonio del defunto mediante la ricerca di tutti ibeni mobili ed immobilicome ad esempio di conti correnti, di polizze vita, fondi di investimento, la ricerca di proprietà immobiliari ed eventuali partecipazioni societarie.
E’ necessario ricordare che la massa ereditaria è costituita dalla totalità dei rapporti giuridici sia attivi che passivi che facevano capo al soggetto scomparso, per cui anche i debiti del defunto dovranno essere individuati, in quanto gli stessi dovranno essere detratti dall’attivo.
Allo scopo di stimare l’asse ereditario occorre, altresì, ricostruire idealmente l’intero patrimonio del de cuius, procedendo, mediante un’operazione simulata, alla riunione delle donazioni effettuate in vita e dei beni relitti.
Con quest’azione fittizia, i beni donati rimarranno in possesso ai donatari (i quali dovranno restituirli, in tutto o in parte, soltanto in caso di successione necessaria e soltanto se l’annullamento delle disposizioni testamentarie non è sufficiente all’integrazione della quota legittima lesa), mentre all’asse ereditario sarà imputato il loro valore.
In concreto, per il calcolo delle suddette quote, sarà necessario sommare il valore dei beni che il defunto ha lasciato alla sua morte con il valore dei beni di cui il testatore abbia disposto, con donazioni, durante la propria vita. Ciò per evitare che il testatore possa eludere le norme sulla successione, donando in favore di un solo soggetto (per esempio, un solo figlio) la maggior parte dei propri beni. Dall’importo che si ottiene da tale addizione bisogna sottrarre eventuali debiti.
Pertanto, al momento dell’apertura della successione, per ricostruire il complesso patrimoniale del defunto dovrà essere contattato, per esempio, il suo commercialista o altri professionisti che curavano i suoi interessi. Verificare presso il catasto o la camera di commercio se il defunto fosse titolare di proprietà immobiliari, terreni oppure partecipazioni societarie; infine, contattare gli istituti bancari per controllare se fosse titolare di conti correnti, polizze vita, fondi di investimento e altri strumenti finanziari.
Tale fase è molto importante per comprendere esattamente a cosa e quanto si ha diritto.
E’ chiaro che anche in relazione a questa fase i tempi per la successione a causa di morte possono variare.
Accettazione dell’eredità
Una volta ricostruito perfettamente l’asse ereditario, si può procede all’accettazione dell’eredità.
L’accettazione si distingue in: pura e semplice o con beneficio di inventario.
Con la prima si verifica una confusione tra il patrimonio del defunto e quello dell’erede, che diventano un patrimonio solo. Se invece, il chiamato all’eredità accetta con beneficio di inventario, non si produce la confusione di patrimoni, con l’effetto che si risponderà dei debiti del de cuius soltanto entro i limiti di quanto ereditato.
L’accettazione può essere espressa(cioè con esplicita manifestazione di volontà)o tacita (ovvero quando il chiamato compie atti che presuppongono necessariamente la volontà di accettare.
Il diritto ad accettare l’eredità si prescrive in 10 anni dalla data di apertura della successione.
Anche per questa fase i tempi possono essere più o meno lunghi, specie se si sceglie di procedere con il beneficio di inventario
La voltura catastale
Per trasferire completare la procedura di trasferimento della proprietà dal de cuius agli eredi o a un erede specifico è necessario effettuare una voltura catastale. Si tratta di un adempimento necessario quando nell’eredità ci sono beni immobili.
Nelle successioni ereditarie spetta a chi ha presentato la dichiarazione di successione (cioè agli eredi, ai loro tutori o curatori, agli amministratori dell’eredità o agli esecutori testamentari) presentare la domanda di voltura.
Dopo aver registrato la dichiarazione di successione presso un ufficio delle Entrate, il contribuente ha trenta giorni di tempo per presentare la richiesta di voltura all’ufficio provinciale – Territorio dell’Agenzia competente.
Può scegliere di recarsi presso quello più vicino alla sede delle Entrate dove ha registrato la successione oppure quello nella cui circoscrizione si trovano i beni trasferiti. In alternativa, la dichiarazione può essere spedita per posta raccomandata o per posta elettronica certificata all’indirizzo Pec dell’ufficio provinciale – Territorio competente.
Con la voltura catastale i beni immobili saranno formalmente intestati agli eredi o legatari.
Come si sblocca un conto corrente?
Tra i beni mobili presenti nell’eredità il più comune è sicuramente il denaro. Spesso il de cuius ha lasciato cospicue somme di denaro su un conto corrente bancario, ed è interesse (oltre che diritto) degli eredi accedere a queste somme.
Ci arrivano spesso email con oggetto del tipo ” tempi sblocco conto corrente successione” oppure ” come sbloccare conto corrente eredità”. Visto che è una domanda molto comune, vediamo insieme come procedere.
Per riuscire ad ottenere dalle banche lo sblocco del conto corrente di una persona defunta bisogna seguire una specifica procedura che prevede:
- Effettuare comunicazione alla banca della scomparsa del titolare del conto corrente;
- Presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate;
- Presentare in banca di una copia registrata della dichiarazione di successione;
- Presentare in banca certificato di morte rilasciato dal Comune dove è avvenuto il decesso;
- Presentare atto di notorietà o dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà;
- Presentare copia conforme del verbale di pubblicazione o di attivazione del testamento, in presenza di testamento.
Se il defunto titolare di un conto corrente ha lasciato testamento, è obbligatorio presentare in banca, insieme all’altra documentazione, anche la copia del verbale di pubblicazione del testamento e della sua attivazione.
Una volta presentata alla banca la documentazione richiesta, i tempi per lo sblocco del conto corrente possono essere di qualche settimana o mesi (molto dipende anche dall’organizzazione interna alla banca).
Conclusioni tempi della successione
Come avrai certamente compreso determinare esattamente i tempi di attesa per una successione non è possibile.
Riceviamo tutti i giorni email e massaggi aventi oggetto formalmente diverso (le più comuni sono: successioni ereditarie tempi, successione ereditaria tempi e costi, successioni tempi) ma contenenti sostanzialmente le stesse richieste.
Purtroppo, senza avere esatta contezza della specifica situazione, non siamo in grado di fornire una risposta precisa. Il consiglio che possiamo offrire è di affidarsi a professionisti davvero esperti in diritto delle successioni, così da essere seguiti per tutta la procedura evitando errori ed inutili ritardi.
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FAQs
Quanto tempo ci vuole per la successione ereditaria? ›
Dal punto di vista Fiscale e amministrativo, gli eredi dovranno procedere entro 12 mesi dall'apertura della successione; alla presentazione della Dichiarazione di Successione ed al pagamento delle relative imposte presso l'Agenzia delle Entrate, nonché alle volture catastali dei beni immobili ereditari.
Quanto tempo si ha per richiedere la legittima? ›L'azione deve essere esercitata entro dieci anni dall'apertura della successione. È l'azione con cui ogni coerede può chiedere la divisione dei beni ereditari. Il diritto di chiedere la divisione dei beni in comunione ereditaria non è soggetto a termini di durata.
Quanto tempo ha il notaio per chiamare gli eredi? ›La legge non prevede termini entro i quali il notaio debba avvisare gli eventuali chiamati, né eventuali sanzioni. Il soggetto che si ritiene leso dalla mancata o ritardata pubblicazione del testamento può agire contro il soggetto che lo ha leso (il notaio) per far riconoscere i suoi interessi.
Cosa succede dopo l'apertura della successione? ›Cosa succede se ho aperto la successione per legge e poi trovo un testamento? Se al momento dell'apertura della successione non vi è nessun testamento, l'eredità viene divisa tra gli eredi legittimi secondo il dettame del Codice civile, realizzando la cosiddetta successione per legge (successione legittima).
Chi fa l'apertura della successione? ›gli eredi, i chiamati all'eredità e i legatari (purché non vi abbiano espressamente rinunciato o - non essendo nel possesso dei beni ereditari - chiedono la nomina di un curatore dell'eredità, prima del termine previsto per la presentazione della dichiarazione di successione) o i loro rappresentanti legali.
Da quando si diventa proprietari di un immobile ereditato? ›Si diventa proprietari di un immobile ereditato tramite la dichiarazione di successione all'Agenzia delle Entrate presentata entro un anno dalla morte. Diventando proprietari dell'immobile sarà possibile vendere l'immobile salvo esservi la presenza di altri eredi.
Quanto tempo hanno gli eredi per impugnare il testamento? ›L'azione di impugnazione di un testamento per nullità non è soggetta a limiti temporali, mentre l'azione di annullamento va esercitata entro il termine di cinque anni dal momento in cui viene data lettura del testamento da parte del notaio ai chiamati all'eredità stessa.
Come fa il notaio a sapere chi sono gli eredi? ›Testamento pubblico
Quando il notaio viene a conoscenza della morte del testatore, trasmette una copia del testamento alla cancelleria del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione e avvisa gli eredi e i legatari.
Una volta pubblicato il testamento, spetta al notaio avvisare tutti gli altri eredi e i legatari citati nel testamento di cui questi conosca la residenza o il domicilio. È un suo specifico compito dal quale non può esimersi.
Come vengono chiamati gli eredi? ›Gli eredi legittimari sono: il coniuge superstite, i figli, anche nati fuori dal matrimonio con i relativi discendenti e, se ancora in vita, gli ascendenti (genitori, nonni).
Come tutelarsi per eredità? ›
In breve, per evitare di ereditare i debiti del defunto è rinunciare all'eredità davanti a un notaio o al cancellerie del Tribunale di competenza entro 3 mesi dalla morte della persona (entro 10 anni in casi di non possesso dei suoi beni).
Quali sono le fasi della successione? ›Apertura, delazione e accettazione sono le tre fasi della successione, davanti al notaio.
Cosa si fa prima della successione? ›Verificare se il defunto, prima della morte, abbia fatto degli atti di DONAZIONI AGLI EREDI, in caso di esito positivo recuperare una copia degli stessi. copia degli atti di provenienza degli immobili ( quali compravendite, donazioni, divisioni , dichiarazioni di successione …)
Cosa succede se non dichiaro immobile ereditato? ›Cosa succede se non si fa la successione entro un anno? Nel caso in cui la dichiarazione di successione non viene presentata entro un anno dalla data di morte del defunto, il contribuente sarà soggetto a una sanzione amministrativa con un importo variabile dal 120 al 240 per cento dell'imposta.
Quando gli eredi non pagano l'IMU? ›Questo significa che se utilizzerai la casa ricevuta in eredità come tua prima casa, non dovrai pagare l'IMU, proprio come avviene in generale per le prime case (ad eccezione dei beni considerati di lusso, come case di valore storico, castelli, ville o immbili di valore molto elevato).
CHI PAGA IMU in caso di successione? ›Gli eredi, dunque, devono pagare l'Imu su case in successione, in proporzione alla quota dell'immobile ereditata. Con l'ordinanza 6500 del 6 marzo 2019, la Cassazione ha stabilito che gli eredi non devono pagare le sanzioni per l'inesatto o mancato versamento dell'Imu da parte del caro estinto.
Quando un fratello può impugnare un testamento? ›I fratelli non potrebbero impugnare il testamento in quanto non si tratta di soggetti aventi diritto alla legittima, ai sensi dell'articolo 536 del codice civile.
Quanto costa una causa giudiziaria per impugnare un testamento? ›In generale però, è corretto affermare che l'impugnazione del testamento possa costare dai 3600 euro a importi superiori. Laddove il procedimento si chiuda in fase di mediazione i costi possono essere nettamente inferiori.
Quale testamento non può essere impugnato? ›Testamento non impugnabile: i requisiti
Ricordiamo infatti che un testamento olografo, per essere valido, deve essere: olografo: il testamento olografo, ex art. 606 c.c., deve essere interamente scritto a mano dal testatore. Dunque, non deve essere scritto al computer e poi stampato e firmato.
- certificato di morte;
- atto di notorietà o dichiarazione sostitutiva che attesti tutte le notizie relative alla devoluzione dell'asse ereditario;
Come escludere gli eredi legittimi? ›
La diseredazione nel testamento
In questo caso si può punire chi diventerebbe erede per legge, scrivendo in un testamento di volerlo escludere dalla propria successione. In tal modo, costui non erediterà nulla e i beni del defunto andranno a tutti gli altri eredi. È questa la diseredazione in senso stretto.
Gli eredi possono però richiedere all'istituto bancario l'estratto conto, in quanto è un loro diritto domandare ed ottenere questo genere di informazioni sulla consistenza patrimoniale del de cuius.
Cosa non si trasmette agli eredi? ›Quindi i debiti non trasmissibili ai figli in qualità di eredi sono i debiti caduti in prescrizione, le obbligazioni naturali, le sanzioni, le multe, le pene pecuniarie. Mentre i debiti trasmissibili sono il mutuo, le bollette relative alle utenze e condominio e le imposte.
Come si fa a sapere se è stata fatta una successione? ›- il locale Archivio Notarile della residenza del de cuius;
- oppure il Registro Generale dei Testamenti di Roma, se si sospetta che il notaio depositario del testamento faccia parte di altro collegio.
In mancanza di un testamento, l'eredità spetta al coniuge e ai figli del defunto. Se il defunto ha un solo figlio, l'eredità è divisa a metà tra lui e il coniuge. Se invece i figli sono due o più, a questi spettano i due terzi del patrimonio ereditario, da dividere, e al coniuge resta un terzo.
Come dividere l'eredità tra fratelli? ›se il de cuius muore senza figli, genitori o ascendenti, succedono i fratelli e le sorelle in parti uguali. Quanto ai fratelli e alle sorelle unilaterali, questi ultimi succedono per metà della quota; nel caso di concorso tra genitori e fratelli, ai primi andrà almeno la metà del patrimonio.
Quanto tempo passa dalla successione alla voltura catastale? ›Quanto tempo ci vuole per una voltura catastale? Una volta presentata la domanda di voltura catastale saranno necessari in media 15 giorni lavorativi per ottenere riscontro dell'avvenuta registrazione.
Quali sono le spese per la successione? ›Per una Dichiarazione di successione "standard" i prezzi vanno dai 600 ai 800 €. Per quanto attiene i tempi delle successioni "standard" è sufficiente una settimana di lavoro, tra la raccolta dei documenti, la compilazione della Dichiarazione e il protocollo.
Cosa fare dopo aver presentato la dichiarazione di successione? ›Una volta presentata la dichiarazione di successione, occorre presentare all'ufficio delle imprese un apposito modello per comunicare il trasferimento delle quote dal defunto agli eredi. Chi vuole che sia compiuta anche questa formalità, deve produrre: un certificato di morte.
Cosa succede se il notaio non fa la voltura catastale? ›Nello specifico, se non presenti la voltura catastale entro i termini stabiliti, ti sarà addebitata una sanzione per ogni anno di ritardo. Superati i 5 anni dalla cessione del bene e nel caso di mancata voltura, la sanzione non potrà più essere applicata. Questo perché saranno scaduti i termini di prescrizione.
Chi paga l'Imu in attesa della successione? ›
Regole di pagamento TASI e IMU
Pertanto, non è prevista alcuna sospensione o proroga dei termini del pagamento, anche se gli immobili non sono ancora passati in successione agli eredi. Infatti, gli eredi sono obbligati a pagare la tassa sui servizi indivisibili per conto del defunto, fino alla data del decesso.
Chi revela trova
Nel nostro ordinamento non esiste una norma che individua, in assenza di testamento, una figura incaricata al rintraccio eredi di un soggetto defunto. Ci si può così rivolgere a società che offrono, appunto, un servizio di rintraccio eredi, evitando tempi lunghi della ricerca.
Per gli eredi che non comunicano alla Banca il decesso del correntista non è però prevista alcuna sanzione, nè di carattere penale nè di carattere amministrativo. Resta però sempre a vantaggio di ogni erede comunicare alla Banca il decesso del de cuius per impedire agli altri eredi qualsivoglia prelievo.
Chi paga il notaio tra gli eredi? ›Le spese notarili seguono la stessa regola: vengono divise tra gli eredi pro quota ossia in base alla rispettiva percentuale di partecipazione all'eredità.
Chi paga la successione tra gli eredi? ›L'imposta di successione è dovuta da tutti gli eredi in proporzione al valore della quota ereditata. In concreto, la quota di imposta sarà più alta per l'erede con la quota di eredità superiore. Questo vale per i rapporti interni tra eredi. Verso l'Agenzia delle Entrate tutti gli eredi sono obbligati in via solidale.
Dove è meglio fare le pratiche di successione? ›...
A questi costi bisogna aggiungere le imposte previste che sono:
- 71 euro per visure e volture catastali;
- marche da bollo;
- diritti di segreteria e postali.